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Variante 2: Operazioni estendibili

Note preliminari sul documento

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Specifiche

Si assuma che il numero e la struttura dei costrutti del linguaggio MiniScheme sia dato e non soggetto a cambiamenti:

  • Si fornisca l'implementazione di tutti i costrutti originali

Si assuma che il numero delle operazioni polimorfe sia destinato ad evolvere rapidamente

  • Si fornisca un interprete e una prettyPrint modulari

Il modello deve supportare la definizione modulare di operazioni.

  • Si vuole supportare la definizione di operazioni modulari sia sotto forma di visitors che di iteratori
  • Il modello deve fornire API di manipolazione specifiche e generiche
  • L'aggiunta di una operazione non deve richiedere nessun cambiamento al modello
    20060819-1310 [SoujaK] Le operazioni non devono pertanto risiedere all'interno del modello, ma all'esterno, negli specifici visitor/iterator. Il modello esporra' nella sua interfaccia la classica accept(AbstractVisitor). Raggruppare l'interfaccia dei visitor permette al modello di essere totalmente indipendente dall'aggiunta di nuove operazioni.
    20060819-1617 [SoujaK]
    E per quanto riguarda gli iteratori?

Le scelte di design devono essere imposte al cliente.

  • Si vuole imporre al cliente l'uso dei pattern stabiliti (in particolare quelli creazionali)
  • Il codice e i pattern non conformi a questa specifica non devono fare parte del sistema fornito
    20060818-1501 [SoujaK] Quali pattern creazionali? E' necessario il redesign di questa sezione, oppure la vecchia Factory adempie gia' a questo compito? Volendo si potrebbe pensare a soluzioni alternative, ma reputo la cosa a bassa priorita'.

Diaro di bordo: dubbi, problemi e conseguenti scelte

Il modello

200606??-????
Branch: diventeranno figlie delle Expression?

20060820-1238 [SoujaK]
Natura del modello: la struttura solitamente pensata come un albero di espressioni e' rappresentata grazie a campi interni degli oggetti che compongono l'aggregato. Si tratta di List o ArrayList nel caso di nodi non terminali, altrimenti tipi specifici (bool, String, int) a seconda del caso. Il problema che sorge e' come riuscire a far attraversare un aggregato cosi' eterogeneo da un Iterator.
Forse potrebbe avere senso fare come e' stato fatto per Variante 1, cioe' far diventare i campi interni degli SchemeValue. Si tenga pero' presente che lo SchemeValue? e', di per se', gia' un prodotto della valutazione.

20060924-1633 [SoujaK]
Un pattern ancora non considerato nello svilupo di questa variante e' singleton, che si rivela applicabile non solo alla vecchia Factory (si richiede l'imposizione al cliente dei pattern creazionali), ma anche nei nostri visitor: Interpreter e PrettyPrinter.

20060926-1355
L'eterogeneita' dell'albero rispetto al modello (inteso come espressioni) pone problemi rilevanti, apparentemente non risolvibili se non a spese dell'eleganza progettuale finora perseguita. La soluzione scelta e' la creazione di un supertipo di ogni entita' del modello, il che si traduce nella creazione dell'interfaccia SchemeEntity. Si e' inoltre pensato di aggiungere anche una classe astratta SchemeEntityAbstract che permette un'implementazione di default.

API di manipolazione generica

20060725-1758 [gnappo]
Le API di manipolazione generiche sono dei getter e setter che agiscono sull'intero modello. Per approfondire seguite il link. Se non bastasse vi rimando all' esempio del prof. Solmi: prestate attenzione alle classi LanguageEntity e alle varie Abstract* (sono particolarmente chiarificatrici).

20060818-1918 [SoujaK]
Le API di manipolazione generica sul modello possono essere implementate in un genitore comune che fornira' l'operazione di default (verosimilmente il sollevamento di un eccezione).

20060923-1120 [Roma]
Grazie alle API di manipolazione generica possiamo gestire in tutto per tutto quelle che Solmi chiama [LanguageEntity]. Dando un'occhiata alla suddetta classe si può notare come questa associ un indice sia all'entità padre sia ai suoi figli. La funzione getType() inoltre restituisce il tipo di entità; ancora però non riesco a capire bene a cosa ci possa servire il sapere di che tipo è un'entità. Gli indici servono per navigare il sottoalbero di espressioni quindi in ogni istante posso sempre sapere a che livello dell'albero mi trovo (dare un'occhiata alla classe [EntityIterator]).

20060925-1842
Come saranno implementate queste API generiche? In particolare, restituiranno i singoli figli dell'espressione (selezionati grazie ad una enum), oppure una lista che li contiene? 20060927-1813
Le API di manipolazione del modello (getters e setters) soffrono della stessa incoerenza di Java riguardo ai tipi: i valori di tipo Scheme[Expression | Value][Int | Bool] mantengono campi interni sotto forma di tipi primitivi mentre il resto del modello sfrutta oggetti. Tale eterogeneita' si manifesta in una strategia di passaggio/ritorno dei parametri che e', rispettivamente, per valore e per riferimento.

API di manipolazione specifica

20060820-1332 [SoujaK]
Le API di manipolazione specifica (getter e/o setter) diventano piu' che mai necessari in questa variante, perche' le operazioni sul modello devono essere effettuate all'esterno di esso. Affinche' i Visitor riescano nel loro intento hanno ovviamente bisogno di conoscere l'oggetto che intendono visitare.

Visitor

20060820-1817 [SoujaK]
Durante l'implementazione dei Visitor si pone un problema di natura progettuale: chi e` responsabile dell'attraversamento della struttura a oggetti?
La possibilita' di utilizzare un Iterator esterno e` stata discussa da tutta la squadra e non verra' realizzata sebbene si lasci tale facolta' al cliente. Rimane pertanto da chiedersi se chi si fa carico dell'iterazione e' la stessa struttura ad oggetti (come accade sovente a detta della GoF) oppure i Visitor (si veda "GoF - Design Pattern - pagg 340-1).
Il dott. Solmi, nel suo esempio sui Visitor snatura il significato di Visitor declassandoli a miseri proxy usati per evitare di esporre pubblicamente le operazioni come evaluate o prettyPrint. La richiesta di chiarimenti, inoltrata al professore esattamente un mese fa (20060720-1854), non ha ancora avuto risposte.
A mio avviso demandare l'attraversamento della struttura a oggetti Visitor e' la soluzione migliore in termini di eleganza e chiarezza dell'algoritmo di visita, dal momento che la sua implementazione risiede, in tutte le sue componenti, proprio fra i metodi di visita degli oggetti.

20060821-1316 [SoujaK]
Nell'implementazione dell'interfaccia del Visitor ho preferito usare nomi diversi per i vari metodi (visitA(), visitB() ...), piuttosto che un unico metodo visit() sovraccaricato. La chiarezza del codice aumenta.
20060827-1326 [SoujaK]
Cosi' facendo ci si gioca la possibilita' di trattare genericamente con delle Expression. Nell'implementazione delle operazioni polimorfe questa diventa quasi una necessita' poiche' costringerebbe a controllare la classe di appartenenza dell'oggetto che vogliamo visitare: si parla di if-else in cascata. Per venire a capo della cosa il dott. Solmi aggiunge ai suoi costrutti un metodo ad-hoc che permette di identificare il costrutto, mettendolo in corrispondenza con una enumerazione.

20060826-2018 [SoujaK]
Sto iniziando l'implementazione del VisitorInterpreter: non devono forse riuscire ad attraversare qualsiasi componente del modello, compresi gli stessi Value e le Definition, dal momento che si riferisce alle operazioni sul modello come polimorfe?

20060827-1744 [SoujaK]
Come si gestisce il passaggio delle informazioni indispensabili al processo di valutazione, in relazione al pattern Visitor? Il modo piu' immediato e' inserire, dove necessario, un Environment fra i parametri di ingresso e un Value fra quelli di uscita nei metodi accept() e visit(). Cosi' si diminuisce l'omogeneita' delle varie Expression e si sporca l'interfaccia classica di questo pattern.

20060827-1905 [SoujaK]
La soluzione per cui ho optato e' quella di utilizare campi interni al visitor. Aggiungere ai Visitor uno stato interno e' una pratica piuttosto diffusa che non intacca l'eleganza del pattern, pur aumentandone le potenzialita':

  • nel caso della prettyPrint potrebbe essere lo stato potrebbe essere sfruttato come contatore dei livelli di indentazione;
  • l'Interpreter invece potrebbe mantenere internamente un Value e un Environment.

20060828-1328 [SoujaK]
Ecco come ho pensato debbano andare le cose per la visita dell'Interpreter:

// prima:
value = expression.evaluate(environment);

// ora:
interpreter.setEnv(environment);
expression.accept(interpreter);
value = interpreter.getResult;

Non ho ancora approfondito come le successive invocazioni di accept() si comportino durante la ricorsione, e se i due campi interni rimangano coerenti; tantomeno ho avuto modo di testare praticamente il codice prodotto.
La mancanza di eleganza che i lettori piu' sofisticati hanno sicuramente notato potra' in futuro venire nascosta da un metodo proxy di questo genere:

SchemeValue interpret(SchemeExpression expr, SchemeEnvironment env)

20060829-20:14 [SoujaK]
E' sorto qualche problema attorno alle chiusure, dal momento che il loro metodo applyTo() e', per certi versi parte del meccanismo di valutazione. A seguito di questa considerazione, si e' pensato di far eseguire l'applicazione delle chiusure direttamente all'Interpreter, nel suo metodo di visita delle ExpressionApply. Rimane insoluta una questione: come innescare la valutazione, ora che il metodo applyTo() e' da considerarsi deprecato? Qualora si abbia il tempo di rendere utilizzabile l'intero sistema sara' necessario elaborare una soluzione.

20060927
Invece di mantenere traccia dei vari ambienti locali (in caso di gerarchie di ambienti locali) sfruttando l'annidamento delle chiamate di visit(), si potrebbe guadagnare in eleganza utilizzando una cara e vecchia ... pila. 20060928-1736
La profondita' della gerarchia degli ambienti e' troppo bassa da giustificare un aumento della complessita' del codice.

20060928-1910
L'interpreter portebbe essere arricchito con un metodo che, preso in input un programma (inteso come lista di definizioni), faccia partire la valutazione. Il che significa iterare su tale lista arricchendo l'ambiente globale per poi innescare la valutazione di ogni applicazione di funzione ExpressionApply.

20060929-0830 [SoujaK]
Riguardo a declare() e define(), esse sono, in realta' parte del meccanismo di valutazione, dal momento che, di fatto, si preoccupano della chiamata accept() sull'espressione parte della definizione. Considerando inoltre che l'ambiente e' parte non marginale del processo di valutazione, reputo utile lo spostamento dei due metodi all'interno del visitor. [NB: e' necessario chiarire se l'accorpamento dei due metodi non precluda l'applicazione di qualche strategia (si pensi ai doppi declare... )] La proposta e'da inserire nella lista degli enhancment a bassa priorita'.

Iterator

200606??
Gli iterator sono da intendersi come esterni.

20060925-1606
Come realizzare l'iteratore sul modello? Le possibilita' analizzate sono:

  • stack di "puntatori", in cui mantenere informazioni necessarie alla risalita dell'albero;
  • iteratori sulle singole espressioni che ne scorrrono i figli (di primo grado), la composizione dei quali permette la realizzazione da parte del cliente di veri e propri iteratori che scorrono l'intero modello. L'interfaccia iterable dovra' pertanto essere estesa dall'interfaccia dell'intera gerarchia di espressioni.

20060927-2126
In merito alla questione iteratori infine si e' deciso di optare per la seconda scelta. Operando in tale senso si assicura indipendenza tra iteratori sul modello e struttura delle entita', in quanto il compito di attraversamento di queste ultime e' demandato agli iteratori opportuni. Inoltre un cambiamento dei cosiddetti EntityIterator non pregiudica il funzionamento del ModelIterator, al massimo ne influenza la visita. Il cliente smaliziato potra' quindi definire nuovi ModelIterator semplicemente utilizzando gli iteratori sulle entita' pur ignorandone la struttura.

Operazioni aggiunte: contrib

Questo e' il posto in cui rendere note le proprie scelte.

Last modified 18 years ago Last modified on Sep 29, 2006, 10:33:55 AM