06/07/07 Roaming indotto Non essendoci standard a riguardo (come precedentemente accennato), non si può predire facilmente il meccanismo di innesco ed esecuzione del roaming. Questo ci porta a chiederci chi effettivamente da il reale comando di "riassociazione" ad un'altro AP. Tra le varie proposte cercate e studiate, ci siamo imbattuti nella possibilità di lasciare fare gran parte delle operazioni all'AP tentando di far sembrare il roaming totalmente trasparente alla STA.Questo potrebbe essere possibile grazie ad un meccanismo di gestione e comunicazione direttamente tra gli AP di uno stesso ESS. Si rende cosi totalmente localizzata l'implementazione di roaming semplicemente facendo capire alla STA, che c'è stato un cambio di MAC address da parte dell'AP. Malgrado questo meccanismo sia ideale per rendere tutto trasparente, è difficile che sia realmente implementato a causa della difficoltà di implementazione e per le violazioni allo standard IEEE 802.11 (infatti ogni AP ha sempre e solo un MAC address, e non può essere cambiato senza un riavvio totale del dispositivo). Tuttavia, dobbiamo rendere noto che il roaming esiste a più livelli, quindi oltre che al livello MAC (di cui noi ci occupiamo) abbiamo anche una sorta di roaming a livello IP.Il roaming a livello IP è una sorta di passaggio tra più AP facenti parti dello stesso ESS o addirittura facenti parte di ESS diversi (ma comunque nella stessa sottorete), mantenendo inalterato il proprio IP, rendendo cosi trasparente il roaming alle applicazioni sovrastanti. L'implementazione di questo tipo di roaming e quasi totalmente localizzata sugli AP (e sui router) e richiede il supporto di alcuni servizi (vedi Mobile IP), ma l'approfondimento di tale tipologia di roaming astrae quasi completamente dal nostro studio, poichè è ad un livello talmente alto che renderebbe inconsistente qualsiasi tipo di valutazione e giudizio. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 07/07/07 Accenni ad 802.11r In questo paragrafo non ci dilungheremo troppo sull'esposizione di questo nuovo protocollo poichè per ora non è nulla di più di un semplice draft e quindi non è ancora rintracciabile in nessuna reale implementazione. L'idea del protocollo 802.11r, fast roaming, è nata sopratutto per tentare di adattare la mobilità della wireless a pesanti applicazioni come il VoIP e videoconferenze. Per poter ottenere telefoni wireless o dispositivi connessi ad una rete, anche in viaggio su veicoli a grande velocità, si è dovuti pensare ad un qualche stratagemma per ridurre il tempo necessario per il passaggio del dispositivo da una rete all'altra (quindi portare dagli attuali decimi di secondo a meno di 50 ms, massima sensibilità dell'orecchio umano). Nell'idea di fondo, il fast roaming sarà costituito da una fase di handshaking poco più complessa dell'attuale, in cui verranno aggiunte informazioni riguardo agli ulteriori AP connessi nello stesso ESS e ad una stima di risorse disponibili (QoS) per ogniuno di essi. Questo farà si che la stazione possa preventivamente configurarsi per il prossimo AP. Oltre a velocizzare, i meccanismi di 802.11r renderanno anche più sicure le operazioni di roaming, fornendo supporto a protocolli come WPA e WPA2, cercando comunque di rimanere il più possibile flessibili e "retro"-compatibili con gli standard attualmente più diffusi (802.11a, b e g), ma sopratutto darà agli implementatori uno standard da seguire per poter mantenere interoperabilità tra dispositivi di costruttori diversi e dare cosi una mano alla diffusione del roaming nel mondo. --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 09/07/07 Approfondimento e ricerca di informazioni utili sugli standard 802.11f (Inter-Access Point Protocol) e 802.11u ( Cellular interworking) --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 26/07/07 Sembra non esserci un valore preciso (o almeno approssimato) del tempo necessario per l'autenticazione con RADIUS (802.1X), però sembra che possa essere calcolata a "run-time" per ogni singola autenticazione grazie ad un campo chiamato Acct-Delay-Time che indica il momento in cui è arrivato il messaggio di avvenuta autenticazione (o meglio di accounting)